Il «nuovo» di una politica ondivaga

In politica il nuovo dovrebbe essere qualcosa che dia soluzioni efficaci,anche parziali, ai problemi più gravi che il Paese e i cittadini vivono, cambiando quel che va cambiato. Le primarie del centro sinistra, ad esempio, già negli slogan mostrano invece una cultura consumata: la «rottamazione» di Matteo Renzi e l’«usato sicuro» di Pierluigi Bersani sono immagini prese entrambe da un vecchio settore in crisi che non ha ancora capito il declino della civiltà dell’auto ed è assai restio ad innovare. Nessuno dei due incarna quindi il nuovo: modelli ecologici non inquinanti e una mobilità diversificata. Fuor di metafora la sinistra si rinnova se nel suo programma ha al centro, e non in qualche nota, la produzione ecologica di beni, misure per arginare gli effetti del cambiamento climatico ormai inarrestabile e la cura del nostro territorio maltrattato, politiche tutte che offrono opportunità di lavoro e attivano solidarietà. Ma solo accenni anche nel confronto tv tra Bersani e Renzi, nono­ stante il gigantesco dramma llva e l’ennesimo pesante maltempo che ha sommerso parti d’Italia. Nichi Vendola ne sa di più ma non si è capito.
Soltanto Laura Puppato nei dibattiti ha detto qualcosa che va in questa direzione. Più in generale oggi una sinistra dovrebbe lavorare per risanare un Paese che ha dimenticato cosa sia la cultura, la prevenzione della salute, la difesa dei deboli, la cura dei bambini, la dignità del lavoro, il tempo di vita, il diritto di decidere come vuole vivere, l’eguaglianza dei cittadini, i sacrifici passati e presenti del movimento operaio, di chi combatte la mafia, di chi si ostina a difendere la legalità costituzionale e a rendere viva la democrazia. Ascoltando chi nella società lo sta già facendo. Ma la politica è ondivaga e i modelli di chi si definisce nuovo sono altri: «mani di forbice» e Tony Blair. Memoria corta. Il leader new e cool è certamente un esempio di come si possano vincere le elezioni ma non di una sinistra impegnata per l’equità e la giustizia sociale. Un solo grande successo, la pace in lrlanda del Nord, per il resto un lungo elenco di scelte che hanno fatto della Gran Bretagna il «cagnolino» di Bush (video di George Michael) e un paradiso per operatori finanziari. Ricordiamo la City di Londra e le banche britanniche in prima linea nella speculazione mondiale che ancora ci tormenta, ultima truffa scoperta la manipolazione del Libor, il tasso con cui le banche si prestano soldi, una furbata negativa anche per i mutui. La decisione più grave è aver trascinato in guerra un Paese contrario accreditando la bufala delle armi di distruzione di massa di Saddam, e adottato politiche di sicurezza che hanno stravolto la storica libertà inglese. Va ricordata anche la chiusura della maggioranza dei Post Office dopo aver trasferito alle banche le loro funzioni, la deindustrializzazione, il ministro dell’agricoltura dimesso per un rapporto critico sugli Ogm. Epilogo rimosso: ricchi più ricchi, più povertà e disoccupazione. Nel 2010 i Conservatori tornano al potere e il New Labour ci ripensa. Il neo segretario, il giovane Ed Milliband, «rottama» il favorito fratello maggiore David, ministro nei precedenti governi, e porta il partito di nuovo a sinistra.