Giuseppe De Marzo

Dalla parte degli Indios

La memoria e il pensiero di Giuseppina sono molto importanti perché utili ed indispensabili strumenti dell’alternativa nell’epoca delle crisi. Come per tanti di noi, il rapporto che mi lega a Giuseppina è molto forte. Uso il presente perché nella mia concezione delle cose le relazioni non svaniscono, quando agiscono in profondità. Faccio fatica a scrivere di Giuseppina… fu lei ad insegnarmi a scrivere in una certa maniera; che mi portò quasi venti anni fa al manifesto per farmi scrivere il mio primo articolo sul primo congresso indigeno colombiano; che mi ha insegnato a pensare in forme circolari e pratiche, senza però perdere la capacità di sentire quella rabbia nella pancia, piegandola al servizio della giustizia e non della collera o dell’ego. Mi insegnò anche a camminare diversamente nelle selve latinoamericane…Quando decise di impegnarsi per le comunità indigene e di raccontare quanto avveniva, come in tutte le cose, lo fece attraverso una lente che ci aiutò concretamente a mettere a fuoco le cose in maniera diversa. Giuseppina, senza chiedercelo, ci portava a cambiare… in meglio.
Qualche giorno fa, per l’esattezza il 5 novembre, ho pensato tanto alla nostra Giuseppina…ci avrebbe detto che era normale che andasse così…ma chi poteva immaginarlo? I principali movimenti della Terra invitati in Vaticano per discutere con il Papa di un documento da firmare per suggellare il nostro reciproco impegno per le 3T: tierra, techo y trabajo. Un impegno scandito dalle coordinate dell’ecologia integrale: meraviglioso e incredibile. Finalmente il salto di cui Giuseppina parlava, il passaggio alla giustizia ambientale ed ecologica come precondizione per la giustizia sociale, sino al riconoscimento dei diritti della natura. La fine, almeno teorica, dell’antropocentrismo radicale e l’inizio di un nuovo paradigma di civilizzazione incentrato sulla necessità di garantire il Diritto della Vita alla Vita. Mi è mancata molto Giuseppina sabato 5 novembre. Ma il suo pensiero mi ha aiutato, ed oggi abbiamo il dovere anche noi di conservarlo e di continuare a fecondarlo, per poi passarlo a quelli che verranno.